Pretty Woman il Musical – Milano – Teatro Lirico Giorgio Gaber – 2023

Al Teatro Lirico di Milano torna il musical più amato del 2021 “Pretty Woman”

Al Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano, dal 27 aprile al 7 maggio 2023, torna il musical “Pretty Woman“, campione di incassi nel 2021.






La giovane squillo Vivian Ward (Beatrice Baldaccini) incontra per caso il ricco e affascinante uomo d’affari Edward Lewis (Thomas Santu) arrivato a Beverly Hills per concludere un affare.
Dopo una notte insieme, lui rimane colpito dalla simpatia e dalla bellezza di lei e la ingaggia per tutta la settimana come sua compagna offrendole 3000 dollari.

L’amico e avvocato di Edward, Philip Stuckey (Andrea Verzicco), gli consiglia di portare con sé una ragazza a una cena d’affari per fare colpo con David Morse (Lorenzo Tognocchi), capo della grossa compagnia marittima che Lewis vuole acquistare.

Invita quindi Vivian e le lascia i soldi per comprarsi gli abiti adatti. Nonostante le difficoltà legate all’essere ingiustamente maltratta da alcune commesse dei negozi di Rodeo Drive, Vivian trova l’aiuto del direttore dell’albergo, Mr. Thompson (Cristian Ruiz), che la manda nella sartoria di una sua amica e le insegna il comportamento da tenere a tavola nelle occasioni mondane.

Intanto la relazione tra Vivian ed Edward da normale rapporto d’affari diventa sempre più simile all’amore, di questo ne è testimone Kit (Giulia Fabbri), giovane prostituta e amica di Vivian.

Vivian ed Edward si innamoreranno l’uno dell’altra sebbene provengano da mondi totalmente diversi.






La recensione di Teatro a Milano

a cura di Valeria Laudi

Il musical Pretty Woman al Teatro Lirico di Milano

Ultima tappa della lunga tournée italiana del musical Pretty Woman. Dopo il debutto del 2022 al Teatro Nazionale, lo show prodotto da Stage Entertainment ritorna finalmente a Milano, questa volta nella splendida cornice del rinnovato Teatro Lirico Giorgio Gaber.

Competere con un cult, come l’omonima e iconica pellicola del 1990, interpretata da Julia Roberts e Richard Gere, non è affatto facile. Forse per questa ragione lo spettacolo non è andato propriamente alla grande a Broadway.

La compagnia sul palcoscenico del Lirico però è veramente potente, un gruppo di giovani attori, cantanti e ballerini di grande esperienza, ma soprattutto di grande talento, a partire dai protagonisti principali, una irresistibile Beatrice Baldaccini, che veste con assoluta nonchalance i panni di Vivian/Julia Roberts, e l’affascinante Thomas Santu, alias Edward/Richard Gere, tra l’altro perfettamente a loro agio anche nel restituire la sensualità delle scene erotiche, senza peraltro scadere mai nel volgare.

Non sono da meno neppure i coprotagonisti Giulia Fabbri, che interpreta Kit, e un camaleontico Cristian Ruiz, a cui sono stati affidati ben tre ruoli, la voce narrante di Hollywood Boulevard, il direttore dell’albergo Mr. Thompson e Mr. Hollister, il titolare dell’atelier in Rodeo Drive, dove Vivian andrà a fare shopping. Un gioco da ragazzi per un ballerino-cantante-attore come lui, considerato uno dei più affermati e completi performer del teatro musicale italiano, con un curriculum infinito di spettacoli di successo al suo attivo, tra i quali citiamo, solo per fare qualche esempio, Cats, Il vizietto, Ghost e Priscilla la Regina del deserto.

Completa il cast una nutrita schiera di bravissimi coristi-ballerini, che con assoluta presenza scenica riempiono i numerosi momenti corali dello show. Uno su tutti conquista il pubblico con la sua carica simpatia, il cameriere Giulio, interpretato da Pietro Mattarelli.

Alla regia c’è la mano sapiente di Chiara Noschese, e si sente. La scelta di mantenere la storia e i dialoghi il più ancorati possibile allo script originale ha garantito allo spettatore una maggiore semplicità di ascolto, tanto che in alcuni casi si sono persino sentite dalla platea voci che anticipavano le battute degli attori. Sebbene le scene e i dialoghi più famosi del film ci siano praticamente tutti, a partire da «Voglio di più, voglio la favola», che è forse la frase più celebre della pellicola originale, in alcuni casi il musical si prende qualche libertà, anche per necessità sceniche e di ritmo. Così, ad esempio, la scena della cena al ristorante, lumache comprese, viene sostituita da un tango, che Vivian impara a ballare con il direttore dell’hotel (assente quindi la divertente lezione sull’uso delle posate) e alla fine Kit non andrà a fare la scuola di estetista, ma entrerà in Polizia.

Essenziale, ma intelligente e versatile, la scenografia di Carla Janssen Höfelt ha saputo ricreare i vari ambienti interni ed esterni delle differenti scene del film, senza peraltro dover essere modificata nella struttura o sostituita durante lo spettacolo. Lo sviluppo verticale a più piani è risultata la scelta vincente, in generale, ma soprattutto per la scena dell’Opera, una delle più emozionanti del musical, e quella finale, con Vivian e Kit al balcone e Edward che arriva sul suo “destriero”, un carrello del supermercato che sostituisce la limousine del film.

Molto belli, curatissimi nei minimi particolari e di notevole impatto scenico anche i costumi di Ivan Stefanutti, non solo quelli di Vivian, ma di tutti i ragazzi sul palco. Simili a quelli della pellicola, senza essere però copie esatte degli originali, gli abiti cambiano di continuo, per l’intero cast e a ogni quadro, sottolineato di volta in volta da un colore differente. In apertura di sipario si incomincia con i toni polverosi dei beige per i vestiti della gente di strada in Hollywood Boulevard, proseguendo con il blu elettrico delle divise del personale in hotel, ma c’è anche il rosso acceso per lo shopping in Rodeo Drive, la scala di verdi alla partita di polo e il total black all’Opera, con lo scarlatto brillante di Vivian e della cantante lirica a fare da contrasto (peraltro una voce incredibile, da far «aggrovigliare le budella!», proprio come commentava Vivian, dopo aver visto La Traviata).

Degne di nota anche le coreografie di Denise Holland Bethke, balletti divertenti, ironici e sempre perfettamente centrati.

Il risultato è un musical molto piacevole e di qualità, per due ore e mezza di spettacolo che trascorrono in un battibaleno, trascinati dall’energia contagiosa di un cast eccezionale, e accompagnati dalla musica live, eseguita magistralmente da una energica rock band, nascosta dietro le quinte. Ecco, magari, se posso azzardare, intravedere i musicisti on stage, come a volte mi è capitato in altri musical, forse sarebbe stato un ulteriore valore aggiunto.

Le musiche di Bryan Adams e Jim Vallance invece sono quello che sono, non ci sono pezzi indimenticabili, e a fine spettacolo si fa fatica a ricordare qualche melodia, rimane però impressa in modo indelebile l’interpretazione superlativa e appassionata degli attori.

Per fortuna ci ha pensato Roy Orbison a lasciare il segno, con il ritmo inconfondibile della sua Oh, Pretty Woman, brano del 1964 ancora attualissimo che chiude lo spettacolo, coinvolgendo tutta la platea, che si alza in piedi a battere le mani, cantare e ballare.

A chi è consigliato il musical Pretty Woman? Imperdibile un po’ per tutti, è perfetto soprattutto per chi crede nei sogni e pensa che l’amore renda tutto possibile, perché, come suggerisce la voce fuori campo: «Benvenuti a Hollywood, qual è il vostro sogno? Tutti vengono qui, questa è Hollywood, la città dei sogni. Alcuni si avverano altri no, ma continuate a sognare. Questa è Hollywood, si deve sognare, perciò continuate a sognare!»


More info:

Dove: al Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano
Quando: dal 27 aprile al 7 maggio 2023
Chi: Beatrice Baldaccini, Thomas Santu, Andrea Verzicco, Lorenzo Tognocchi, Cristian Ruiz, Giulia Fabbri
Regia: Carline Brouwer
Regia Associata e direzione casting: Chiara Noschese
Coreografie: Denise Holland Bethke
Supervisione musicale: Simone Manfredini
Direzione Musicale: Andrea Calandrini
Scene: Carla Janssen Höfelt
Costumi: Ivan Stefanutti
Disegno Fonico: Armando Vertullo
Disegno Luci: Francesco Vignati
Traduzione, adattamento e versi italiani: Franco Travaglio