Gioele Dix è Il malato immaginario

 Un moderno Molière a teatro con Gioele Dix

Gioele Dix malato immaginario

Il malato immaginario con Gioele Dix e Anna Della Rosa © teatroamilano.it

Al Teatro Franco Parenti Gioele Dix è andato in scena con il suo Malato Immaginario di Molière, recitando la parte di Argan che fu di Franco Parenti, con la medesima sapiente regia di Andrée Ruth Shammah: un vero omaggio al grande attore a cui è intitolato questo bellissimo teatro e di cui ne fu il fondatore.
Il malato immaginario, un grande classico del teatro scritto da Molière nel 1673 e interpretato dallo stesso commediografo francese, racconta con toni ironici e satirici la paura e l’incertezza del domani, rappresentati dalle manie ipocondriache di Argan, e allo stesso tempo l’arroganza, l’imperizia e l’ipocrisia dei dotti medici del tempo.






La commedia è brillante e divertente, anche grazie alla recitazione di un bravissimo Gioele Dix che, alternando sapientemente angoscia e ironia, sembra davvero trovarsi a proprio agio nei panni dell’ipocondriaco Argan, il malato immaginario, e sfodera tutte le sue abilità sceniche, dalla recitazione alla mimica, per mettere in risalto le sue ossessioni e lo scorrere sempre uguale della sua vita quotidiana, scandita da consulti di luminari, medicinali, purghe e salassi.
Al suo fianco un cast di bravissimi attori, adatti sia per recitazione sia per physique du rôle ai personaggi che gravitano intorno al protagonista, tra i quali spicca la bravissima Anna Della Rosa nel ruolo della cameriera-infermiera Antonia, già apprezzata lo scorso dicembre al Teatro Franco Parenti nello spettacolo Peperoni difficili. In contrapposizione all’immobilismo fisico e mentale di Argan, praticamente quasi sempre seduto sulla sua sedia, Antonia è il suo alter ego che si sposta di continuo, occupando tutta la scena, con un mazzo di chiavi legate in vita che tintinnano ad ogni passo, quasi a voler sottolineare il movimento. La fedele Antonia è molto attiva e attenta a ciò che accade intorno ad Argan, e sarà lei, abile regista in scena, a smascherare i medici e l’amore interessato della seconda moglie del suo padrone.
Tra gli altri personaggi un’interpretazione che ho trovato particolarmente riuscita e divertente è la caricatura grottesca di Tommaso, il figlio di uno dei dottoroni che curano il protagonista e lucrano sulla sua presunta malattia, a cui Argan cinicamente vorrebbe dare in sposa la figlia, in modo da avere un medico in famiglia e poter risparmiare sui continui e costosissimi consulti.
Tommaso è un incapace, senz’arte né parte, che viene presentato al protagonista e agli spettatori come uno stupido che ha appena terminato con scarsissimi risultati gli studi e che fa ogni cosa senza grazia e nel momento sbagliato, ma ha la presunzione di essere depositario della scienza e della verità.
Tutto il copione, diviso in due atti, viene recitato con una sola scenografia, volutamente essenziale e senza tempo, in un’unica stanza grigia delimitata da pareti di tulle nero, nella quale si svolge l’intero spettacolo e in cui spicca, al centro della scena, la poltrona rossa del malato dove Argan trascorre le sue interminabili e sofferte giornate.
Nel complesso lo spettacolo convince pienamente tutto il numerosissimo pubblico presente in sala e scorre rapido, facendo a volte sorridere e a volte pensare, tra battute argute e spunti di riflessione su problemi esistenziali più profondi, affrontando ironicamente anche la paura e la solitudine che accompagnano gli uomini di tutti i tempi.

Alziamo le palette. Si vota!
Gioele Dix: molto bravo, ottima interpretazione da vero primo attore, 9.
Anna Della Rosa: sempre molto brava e convincente, 9.
Cast: grande affiatamento in scena, 8.
Scenografia: volutamente minimal, 7.
Costumi: belli, con spunti originali, 7.