Filippo Timi in Favola al Teatro Parenti di Milano

Filippo Timi incanta Milano con la sua Favola.

favola di Filippo Timi

Filippo Timi in Favola © teatroamilano.it

L’aspettativa era tanta, era nell’aria… “In una tiepida sera di aprile al Teatro Franco Parenti di Milano tutto esaurito in ogni ordine di posto”, direbbero i commentatori del calcio. Per non parlare delle repliche aggiunte a profusione per permettere a tutti di andare a vedere il fenomeno Filippo Timi e la sua Favola.  Appena entriamo nella sala Grande del Teatro Franco Parenti ci rendiamo subito conto che l’età media degli spettatori è drasticamente più bassa del solito e ciò ci fa ben sperare di assistere a una spumeggiante performance del cast per uno spettacolo di quelli da non perdere.






Si alza il sipario e veniamo proiettati, in una sorta di Ritorno al futuro, direttamente negli anni ’50, in una bella casa tipicamente americana. La scenografia di Favola è perfetta: colori pastello, arredamento minimal vintage, un grande albero di Natale e l’immancabile tavolino con gli alcolici. Poi esce Filippo Timi, con i regali da mettere sotto l’albero, fantastico, o meglio, fantastica nel suo abito colorato, con la gonna ampia e le scarpette in tinta, coccolata dalle calde note dei più classici dei classici della musica a stelle e strisce dell’epoca. È la favola americana, una bella casa, una moglie, un marito, un’amica… tutto all’apparenza sprizza felicità e spensieratezza. Ma è una favola, la realtà è molto diversa. Dietro questa maschera di perbenismo e finta serenità si cela la vita reale, fatta di maltrattamenti, percosse, violenze domestiche e tradimenti.
E così, si scopre che Filippo Timi-Mrs. Fairytale di Favola è una casalinga depressa, incinta e tradita dal marito violento che condivide gli stessi problemi con l’amica del cuore Mrs. Emerald e che alla fine la favola non esiste per niente.
Il primo atto scorre via rapido, inframmezzato dalla proiezione di bellissimi commercial d’epoca, anche per consentire i cambi d’abito, tanto che lo spettacolo prende il taglio della classica sit-com televisiva.
Durante la pausa sul telone vengono proiettate le immagini che in passato utilizzava la Rai per gli Intervalli: un gregge di pecore con sottofondo musicale per archi e arpa solista.
Nel frattempo gli spettatori si chiedono cosa succederà nel secondo atto, come verrà affrontata la triste realtà, quale finale verrà proposto per questa Favola e se avrà il classicissimo happy end? Niente di tutto ciò.  Da subito la favola color rosa confetto inizia ad assumere le tinte di un noir, per poi virare decisamente verso il dramma e tutta la vicenda prende i toni dell’assurdo. A Mrs. Fairytale spunta un membro maschile, si accoppia con la sua amica e ammazzano il marito, un finale neanche poi tanto originale.  Ma poi arrivano gli Ufo, gli extraterrestri le rapiscono insieme a Lady, la barboncina impagliata, e le portano su una stella sulle note di Space Oddity di David Bowie e, a questo punto, siamo davvero al trash surreale.
Un secondo tempo di una Favola un po’ sopra le righe, insomma, con qualche caduta di stile di troppo, sembra quasi che Timi si lasci scappare il copione dalle mani per lanciarsi in una rappresentazione differente, basata quasi esclusivamente sulla sua persona, su quella drag-queen che è o vorrebbe essere, che però, dobbiamo ammetterlo, riesce comunque a scatenare applausi e risate continue da parte del pubblico.

Alziamo le palette, si vota!
Filippo Timi: grande presenza scenica, 9.
Cast: bravi attori, ottime spalle, 8.
Copione: buona l’idea di partenza, voto 8 pieno, ma si perde un po’ nel secondo atto, voto 6.
Scenografia: veramente bella, perfetta riproduzione di un’abitazione dell’American dream anni ’50, 9.
Costumi di scena: stupendi outifit anni ’50, curati in ogni dettaglio, 10.
Colonna sonora: piacevolissima, brani famosi con un’ottima acustica, 9.