La Grande Guerra di Mario
Edoardo Sylos Labini e Debora Caprioglio al Teatro Manzoni di Milano con La Grande Guerra di Mario
Dopo averlo applaudito e amato nelle vesti del Vate Gabriele D’Annunzio e in quelle di un attualissimo Nerone, in occasione del centenario dell’entrata in guerra dell’Italia nel primo conflitto mondiale, Edoardo Sylos Labini torna, in prima nazionale, al Teatro Manzoni di Milano con il suo nuovo spettacolo La Grande Guerra di Mario, una pièce liberamente tratta dal capolavoro di Mario Monicelli “La Grande Guerra”. Ne La Grande Guerra di Mario di Angelo Crespi ed Edoardo Sylos Labini il copione del film è però soltanto una traccia, un canovaccio sul quale gli autori imbastiscono una storia diversa, ambientata durante la Grande Guerra del ’15-’18, mantenendo tuttavia l’impianto storico e la caratterizzazione dei personaggi che animano la scena.
Sullo sfondo di un periodo tristissimo della nostra storia, durante il quale però la giovane nazione italiana si è ritrovata unita e compatta, scoprendo e sviluppando per la prima volta un vero sentimento nazionale, Edoardo Sylos Labini, con la sua consueta grande presenza scenica, veste i panni di Mario Rossi, un italiano qualunque, un giovane romano che si trova a condividere al fronte, insieme ai suoi commilitoni provenienti da ogni angolo di Italia, l’immane tragedia della guerra, ma anche ad affrontare i grandi problemi dell’umanità, combattuto tra pace e guerra, amore e morte. Il soldato Mario Rossi divide così la sua vita tra la trincea e la casa di Adalgisa, una giovane e bella vedova di guerra interpretata dalla bravissima Debora Caprioglio che, per necessità, dispensa qualche ora di felicità ai soldati di ogni ordine e grado che con lei metaforicamente si aggrappano alla vita. Sopraffatti da un viver quotidiano fatto di incertezze e grande desolazione e alla ricerca di una vita nuova, Adalgisa convince Mario a scappare insieme in America, ma i loro piani vengono stravolti dal caso e Mario si trova a dover scegliere tra il salvare la propria vita oppure sacrificarsi per la sua amata, i suoi commilitoni e la patria, diventando così un eroe, suo malgrado.
Sin dalle prime battute de La Grande Guerra di Mario gli spettatori sono rapiti dalla recitazione e coinvolti nella storia che si svolge sul palcoscenico dove, ambientata in una scenografia molto efficace a cura di Marta Crisolini Malatesta, la vita di trincea dei soldati scorre lenta e ripetitiva, tra combattimenti, ranci, partite a carte, tagli di capelli, ed è palpabibile la quotidianità carica di angoscia delle giovani vite sospese, in attesa dell’attacco risolutivo, che in realtà sembra non arrivare mai. I soldati italiani, in dialetti diversi, raccontano le loro storie, pensieri, sogni e paure: un grande quadro di quella giovane nazione che ha sacrificato i ragazzi del ’99 per i grandi ideali che a volte l’uomo comune faticava a comprendere, tanto da far dire a Mario Rossi “Io non odio a comando”.
L’ambientazione storica de La Grande Guerra di Mario è garantita anche dalla magnifica interpretazione canora di UnQuartettoParticolare che ripropone i famosi brani della tradizione popolare dell’epoca e i coinvolgenti canti legati alla Grande Guerra quali Tapum, Mamma mia dammi cento lire, La Canzone del Piave, fino alle note di chiusura dello struggente ‘O surdato ‘nnammurato.
Lo spettacolo La Grande Guerra di Mario è davvero una grande storia storia di armi, di amicizia, di passione, di amore e di disperazione, narrata in modo alquanto toccante e pieno di pathos, in cui tutti gli attori convincono pienamente, riuscendo a coinvolgere in ogni momento il vasto pubblico presente in sala, tanto da farlo sentire parte della rappresentazione, condividendo i destini degli interpreti. Sylos Labini dimostra anche quest’anno la sua grande ars oratoria e si conferma ancora una volta interprete di eccellenza di un teatro storico molto coinvolgente che non lascia mai indifferenti e sa catturare in ogni momento l’attenzione del pubblico, a volte attingendo dai versi di Trilussa, a volte con battute di spirito che spezzano il ritmo tragico della rappresentazione. La splendida Adalgisa/Debora Caprioglio, unico personagio femminile in scena, incanta la platea e dimostra ancora una volta le sue grandi doti di attrice teatrale.
Un bravissimo Marco Prosperini nei panni del capitano Corti, Francesco Maria Cordella nelle vesti del commilitone napoletano Gennaro Esposito, Gualtiero Scola e Giancarlo Condé completano un cast di rara bravura.
Alziamo le palette, si vota!
Cast: interpreti principale e cast tutti molto bravi, con una nota di grande merito al quartetto, 9.
Scenografia: coinvolgente, 8.
Costumi: curati nei particolari, 9.
Copione: reinterpretazione di un film cult, 8.
Dove: al Teatro Manzoni.
Quando: fino all’8 novembre 2015.
Perchè: per non dimenticare un’importante pagina della nostra storia.
Con chi: con tutta la famiglia.