Severgnini decolla con La vita è un viaggio

Il famoso giornalista Severgnini fa il suo debutto al Teatro Parenti di Milano.

Beppe Severgnini La vita è un viaggio all Teatro Franco Parenti di Milano

La vita è un viaggio Beppe Severgnini © teatroamilano.it

Beppe Severgnini, passati i 50 anni, si mette alla prova. E così, abbandonate temporaneamente le vesti di scrittore di successo, si propone come neo-attore in una pièce teatrale scritta ovviamente di suo pugno. La vita è un viaggio, andata in scena al Teatro Franco Parenti di Milano, racconta l’incontro tra un solido cinquantenne affermato e una giovane ragazza nel pieno di una totale confusione mentale a riguardo di tutto, dal lavoro all’amore.






Una notte in un aeroporto europeo, bloccati a causa della cancellazione dei voli, è il pretesto per mettere a confronto due generazioni, il loro differente approccio al viaggio, alla cultura, al lavoro e alle scelte di vita.
Severgnini parte dall’elogio al viaggio, un’ottima opportunità di conoscenza e crescita personale, a patto di coinvolgere tutti i 5 sensi: non solo guardare e scoprire nuove realtà dunque, ma anche ascoltare gli idiomi degli altri, annusare i profumi delle città, e ognuna ha il suo peculiare odore, toccare ciò che ci circonda e assaporare i cibi etnici.
Viaggiando per il mondo si impara a viaggiare e nel viaggio, inteso come metafora di vita, si impara a crescere e ad affrancarsi da paure e incertezze. Sul palcoscenico le insicurezze della giovane si contrappongono alle certezze incrollabili dell’uomo maturo e ne scaturisce un dialogo fitto, nel quale i due protagonisti svelano al pubblico tutti i loro segreti e le loro aspirazioni.
Il viaggiatore di Severgnini dapprima veste i panni di un saggio mentore, una figura di riferimento per la giovane, per poi salire un po’ in cattedra, dispensando la propria conoscenza accademica e di vita, citando una serie di titoli di libri, autori, film, pezzi musicali che, probabilmente, nemmeno il 10% dei presenti conosce o ha mai sentito nominare.
Verso la metà dello spettacolo l’autocelebrazione del personaggio è palese e quasi irritante, il fulcro diventa la sua vita di vincente e di professionista affermato, la sua cultura, la sua incrollabile certezza di non aver mai fallito e del fatto che ciò non potrà mai accadere, la consapevolezza di aver sempre fatto le scelte giuste, di non aver mai commesso un errore, di non avere mai avuto un dubbio, di avere la risposta a tutte le domande e di essere un eletto per le sue scelte scolastiche e professionali. A un certo punto lo scrittore-attore suggerisce alla sua interlocutrice la chiave del successo, quella regola delle quattro T, Talento-Tenacia-Tempistica-Tolleranza, come se il successo o l’insuccesso personale dipendessero solo e unicamente dalla semplicistica applicazione di tali leggi, oltre all’onnipresente resilienza, e non da altri variabili, quali, ad esempio, la grande crisi economica, il mercato di prossimità e, purtroppo, ancora un po’ di conoscenze giuste, nepotismo e clientelismo, a scapito della meritocrazia e, perché no, una buona dose di pelo sullo stomaco e anche un pizzico di fortuna.
Insomma, ci perdonerà il signor Severgnini, abbiamo letto e apprezzato diversi suoi libri, lo consideriamo una delle penne più argute e preparate del Corriere, ma il personaggio del suo spettacolo, che attendevamo con elevate aspettative, in realtà non ci ha del tutto convinti… Concordiamo, anche per esperienza diretta e personale, sul fatto che i capelli metallizzati siano sinonimo di esperienza e saggezza, ma troviamo piuttosto irreale l’esistenza di qualcuno che abbia sempre fatto le scelte giuste, senza mai sbagliare un colpo, dubitiamo, inoltre, che la maturità non sia più foriera di dubbi e domande e, in caso lo fosse, che siano pronte in un cassetto le risposte precostituite.
Nel complesso lo spettacolo e la performance di Severgnini sono da valutare positivamente. Per essere al suo debutto assoluto in teatro, bisogna riconoscergli una capacità di calcare la scena e una recitazione molto naturale, degna dei migliori attori professionisti.

Alziamo le palette, si vota!
Beppe Servignini: piacevole, anche se a tratti un po’ troppo grillo parlante, 7.
Copione: scorrevole, 7.
Attrice coprotagonista e musicista: bravine, voto 7.