L’uomo, la bestia e la virtù

La commedia di Luigi Pirandello L’uomo, la bestia e la virtù in scena al Teatro Manzoni di Milano

L'uomo, la bestia e la virtù di Pirandello al Teatro Manzoni di Milano

L’uomo, la bestia e la virtù di Pirandello al Teatro Manzoni di Milano

Il Teatro Manzoni apre il calendario di prosa del 2016 con la commedia L’uomo, la bestia e la virtù, un classico del teatro di Luigi Pirandello rivisitato in chiave moderna ed essenziale, ma senza dimenticare quelle atmosfere del secolo scorso tanto care al drammaturgo siciliano.
Il copione de L’uomo, la bestia e la virtù, scritto nel lontano 1919 e andato in scena per la prima volta proprio a Milano, al teatro Olimpia di piazza Cairoli, sebbene non avesse ricevuto alla prima rappresentazione grande successo, si è poi affermato come una delle migliori pièce teatrali del grande maestro.
La commedia, o meglio l’apologo come Pirandello stesso lo definì, mette in luce la vera natura umana con i suoi vizi e le sue ipocrisie, ben nascoste agli altri dal gioco delle maschere che celano la verità. La trama, tanto semplice quanto efficace, narra le vicende della signora Perella, moglie virtuosa di un capitano di marina, donna pudica e buona madre di famiglia nelle apparenze, ma che in mancanza di rapporti amorosi con il coniuge, che copre di attenzioni solo l’amante napoletana, non disdegna la corte del professor Paolino, uomo all’apparenza perbenista e irreprensibile, e ne diventa l’amante.






La vicenda si complica quando la signora Perella rimane incinta del professor Paolino e, per evitare lo scandalo totale, i due amanti architettano un piano per indurre il rude capitano a trascorrere una notte d’amore con la moglie, prima di ripartire per un nuovo imbarco.
Il testo di Pirandello è geniale nel far cadere le maschere dei personaggi, rivelando così la loro vera essenza e mettendo a nudo le personalità che si nascondono dietro una facciata di ipocrisia e di finto perbenismo. Ma è soprattutto la regia di Giuseppe Dipasquale che riesce a rendere più moderno un testo in alcune parti un po’ datato, rifacendosi a un impianto sociale vecchio di quasi un secolo.
Ne L’uomo, la bestia e la virtù, tutti gli attori recitano una farsa grottesca, in cui nulla è come sembra, con voci e toni spesso sopra le righe e con una mimica volutamente esasperata. Anche i costumi di scena contribuiscono a caratterizzare i vari personaggi della commedia di Pirandello, ponendo l’accento sui caratteri delle diverse maschere pirandelliane: il professor Paolino indossa infatti abiti chiari e una giacca in plastica trasparente, metafora della sua facciata di irreprensibilità, la signora Perella va in scena con un trucco pesantissimo e abiti rosso fuoco, in netto contrasto con la sua figura allegorica della virtù, infine gli inserti in pelliccia sul copricapo e sulla giacca del capitano evocano immediatamente il personaggio animalesco della bestia.
Alla bravissima Marianella Bargilli viene affidato il personaggio più complesso e difficile della commedia L’uomo, la bestia e la virtù, quella signora Perella che mostra più degli altri la sua doppia faccia, la maschera più spessa e impenetrabile, quella della virtù. La docile e pudica signora durante lo spettacolo si trasforma e in scena viene sottolineata la sua vera essenza, oltre che con l’abito rosso molto scollato, ricorrendo a un trucco pesantissimo e alle sue movenze da marionetta, i cui fili sono manovrati sapientemente dal professor Paolino che ha orchestrato diabolicamente tutto il piano. Ma d’altra parte, già Pirandello in una lettera a Antonio Gandusio, attore in voga nei primi del ‘900, aveva scritto  di lei “….l’avrei voluta anche, se non avessi temuto d’offender troppo il pubblico e gli attori che debbon recitare le parti, più sguajata … spinta fin quasi alla sconcezza, vorrei dire una faccia da baldracca.”
Anche Marco Messeri nel ruolo della bestia/capitano Perella e Geppy Gleijeses nei panni dell’uomo/prof. Paolino convincono e divertono, insieme a tutto il cast che si muove perfettamente a proprio agio sulle assi del palcoscenico, in una scenografia volutamente essenziale e scarna, proprio per non distogliere l’attenzione del pubblico dai caratteri dei personaggi.

Alziamo le palette, si vota!
Cast: bravi e affiatati con una super Marianella Bargilli, 9.
Scenografia: volutamente minimalista per dare ancora più spazio al ruolo dei personaggi, 8.
Costumi: curati e allegorici, 9.
Copione: un classico di Pirandello, 9.
Dove: al Teatro Manzoni.
Quando: fino al 31 gennaio 2016.
Perchè: perchè i classici non passano mai di moda.
Con chi: con l’amico che non getta mai la maschera.