Teresa Mannino al Nuovo con Sono nata il 23

Teresa Mannino diverte il pubblico di Milano al Teatro Nuovo.

Teresa Mannino a Milano

Teresa Mannino @ TeatroNuovoMilano © teatroamilano.it

Teresa Mannino piace a tutti, forse per quella sua pacatezza tutta siciliana, per il suo accento tanto musicale, per la sua comicità intelligente e arguta o probabilmente perchè ci racconta, con garbo e simpatia, la sua vita di ragazza della porta accanto, nella quale immancabilmente ci riconosciamo anche noi.
Sono nata il ventitré, il monologo che la famosa comica siciliana Teresa Mannino ha portato in scena al Teatro Nuovo di Milano, è la storia della sua vita, della nostra vita, un racconto divertente e ironico sui favolosi anni ’70, quando tutto era più semplice e naturale, e sulle inevitabili differenze con l’epoca attuale, a sfavore di quest’ultima, non solo per una semplice nostalgia.






Sul palcoscenico, tra le riproduzioni dei palazzi della sua bellissima Palermo, Teresa Mannino coinvolge da subito tutta la sala, gremita di spettatori come per le grandi occasioni, facendo domande, sollecitando risposte, rendendo tutti partecipi di uno spettacolo che scorrerà via rapido e divertente, come una serata nel salotto in casa di amici.
Dopo aver rotto il ghiaccio, conversando con il pubblico, lo show incomincia con lettura del proemio dell’Odissea e la relativa spiegazione. Teresa Mannino incanta narrandoci le gesta di Odisseo, le rende interessanti e attuali e noi tutti ci chiediamo se si tratta dello stesso tomo palloso che ci hanno obbligato a studiare alle scuole medie e poi, non paghi, di nuovo alle superiori. Prendendo spunto dall’Odissea, parla d’amore e di tradimenti, trasponendo le vicende amorose di Odisseo, Penelope, Calipso, la maga Circe e gli altri personaggi di Omero ai tempi nostri, immaginandoli in un mondo tecnologico tra Facebook, WhatsApp e SMS.
Nel suo monologo Teresa ci racconta poi della sua infanzia, dei suoi traumi per essere stata la terza figlia, quella poco considerata, quella che non assomiglia né alla mamma, né al papà, ma alla zia, quella che è stata adottata e, via via, della sua adolescenza, con tutte le gioie e i normali problemi di ogni ragazza, dalla scuola alla famiglia, dall’università al lavoro. Parla di cose che tutti noi, figli degli anni ’70, conosciamo bene, come, la paura di volare, gli zoccoli multiuso del dott. Scholl, i tempi di digestione prima di fare il bagno al mare e le sbucciature sulle ginocchia per le cadute dalla bicicletta. E di chi non ha un cretino in famiglia, di solito uno zio, in genere acquisito, che ha contribuito a facilitare i nostri battesimi sportivi, buttandoci in acqua senza braccioli o togliendoci i ruotini dalle biciclette. E io, cara Teresa, dello zio acquisito, conservo ancora un meraviglioso ricordo a distanza di anni, da quando, dopo avermi tolto i ruotini della bicicletta, mentre io pedalavo intimorita e titubante in un caldo pomeriggio estivo su una stradina sterrata di campagna, mi si è parato davanti con sguardo satanico e posseduto, puntandomi contro un forcone: mollo il manubrio, cado per terra, escoriazioni, abrasioni e ecchimosi ovunque, pianti disperati e lui che ride come un idiota, dicendomi che stava solo scherzando …. un trauma che non ho ancora rimosso!
Sono nata il ventitré è uno spettacolo da vedere, per ridere e trascorrere un paio d’ore spensierate, ma anche per rendersi conto che ci si può ancora divertire a teatro con un copione educato, senza battute pecorecce o parlando di sesso in modo esplicito e volgare. Teresa si racconta, perfettamente a suo agio sul palco, per quasi due ore, regalando al pubblico un punto di vista molto personale sulla sua vita, com’era, come è cresciuta e come è cambiato il mondo intorno a lei e intorno a noi.

Alziamo le palette, si vota!
Teresa Mannino: brava e simpatica, 9.
Copione: intelligente e molto divertente, 9.
Scenografia: molto carina e curata, 8.