“La Sagra Famiglia” del comico romagnolo Paolo Cevoli diverte il Teatro Manzoni

“La Sagra Famiglia” del comico romagnolo Paolo Cevoli diverte il Teatro Manzoni

 

Dopo “Il Sosia di Lui” del 2012 e “La Bibbia” di due anni fa, grande successo di pubblico con oltre 140 repliche, Paolo Cevoli torna in teatro con “La Sagra Famiglia”, il suo nuovo spettacolo con la regia di Daniele Sala.






Noi di Teatro a Milano siamo andati a vederlo ieri sera al Teatro Manzoni di Milano per la serata d’esordio, anche perché rimane in cartellone solo fino al 20 novembre, e quindi c’è da affrettarsi se non si vuol perderselo.

Questa volta Cevoli si lancia su uno dei tempi più antichi della storia dell’umanità, il rapporto tra genitori e figli e sarà per la sua innata simpatia, il suo trascinante umorismo o anche solo per la sua parlata romagnola che mette subito allegria fin dalla prima battuta, fatto sta che Paolo Cevoli non sbaglia mai un colpo.

L’irresistibile one-man show del comico romagnolo inizia in un’aula di scuola, ma non in un’aula qualsiasi, bensì proprio in quella di Riccione, dove Paolo bambino ha iniziato il lungo percorso per diventare grande. E tra mille piccole avventure e disavventure, personaggi reali ma talmente strani e divertenti da sembrare quasi inventati, Paolo cresce, diventa uomo e quindi anche padre.

Un giorno una sua amica gli racconta che siccome la figlia piangeva perché non sapeva fare le sottrazioni, per farla smettere di piangere le aveva fatte lei. E la domanda che si è poi posta, e che ha rigirato a Cevoli, era se avesse fatto bene o male.

Da questo episodio domestico si snoda tutta la seconda parte dello spettacolo, che, partendo da Adamo ed Eva, mescola con sapienza nello stesso pentolone i grandi classici della mitologia greca, Pitagora, Ulisse, Enea, Ettore, Achille, i personaggi della Bibbia, il popolo ebraico, fino a Gesù e a Dio in persona, per raccontare il rapporto che lega ogni padre al proprio figlio.

Con la sua naturale cifra comica intelligente e arguta, Cevoli strappa risate continue, a volte lasciando allo spettatore appena il tempo di riprendere fiato, prima della successiva esilarante battuta.

Gli ingredienti comici ci sono tutti, dalla caricatura, come per Penelope “la magliaia”, al personaggio particolare, come il prete della parrocchia che, a fine stagione, dice che “peccato di pantalone merita l’assoluzione”… insomma, siamo pur sempre in Romagna. O no?
Ma alla base dello spettacolo, tra una risata e l’altra c’è anche il tempo per qualche spunto di riflessione sulla nostra vita moderna, divisa tra “Feisbuc” e le chat su WhatsApp, i SUV per andare a prendere i figli a scuola e l’eterno dilemma dei padri e delle madri se essere più genitori o amici dei propri figli.

E in fondo Cevoli sembra un po’ rimpiangere quei tempi in cui tutto era più semplice, quando a sei anni andava a scuola da solo a piedi, nell’intervallo giocava a calcio e una volta cresciuto alternava la scuola con il lavoro nella pensione di famiglia a Riccione, quando i ritmi della Riviera romagnola sembravano seguire quelli delle vacanze dei clienti, spesso tedeschi.

Ma alla fine, ha fatto bene l’amica di Paolo a fare le sottrazioni di sua figlia? Forse sì o forse no. Anche se prima o poi per tutti i figli arriva il momento in cui i genitori dovrebbero togliere le rotelle alla bicicletta, accompagnandoli per un breve tratto, reggendo il sellino, per incominciare a farli pedalare da soli sulle strade della vita.

Superconsigliato!






More Info:

Cast: One man show, Cevoli è molto, ma molto bravo.
Scenografia: minimal e perfetta così.
Costumi: casual.
Copione: divertente, soprattutto nelle parti autobiografiche.
Dove: al Teatro Manzoni.
Perchè: perchè si ride e ci si diverte.
Con chi: con la moglie, la maestra delle elementari… ma anche con i figli…